domenica 11 dicembre 2011

Don Guetti e gli spiriti di Rango

Un carteggio inedito riporta alla luce un caso di presunto spiritismo che si verificò a Rango nel 1889 e che coinvolse direttamente anche il curato di Quadra don Lorenzo Guetti. Un fenomeno che destò scandalo "anche fuori delle Giudicarie nelle vallate circonvicine". Il fatto coinvolse la famiglia di Pietro Reversi di Rango e in particolare la figlia Veronica Reversi di soli 12 anni.












Il primo a darcene notizia è il parroco di Santa Croce Giovanni Battista Lenzi, fondatore della prima cooperativa insieme a don Guetti, in una lettera spedita al vescovo di Trento Eugenio Carlo Valussi. Da molto tempo a Rango si sentivano degli strani rumori provenire da una casa dove dormiva una ragazza "come un picchiar nel muro, un batter delle mani come sopra un tamburo, uno scricchiolar e muoversi di mobili, e un graffiar di unghioni su pel letto". Uno sgabello di noce "si vide muoversi come un guindolo e trasportarsi lungi dal suo posto un metro e cinquanta centimetri".
Il vescovo per cercare di risolvere la situazione mandò per il tramite di don Lorenzo una reliquia del "Beato nostro Vescovo giovanni Nepumuceno" per la fanciulla. Don Guetti riferiva al parroco Lenzi in una lettera che dopo tale applicazione "per due notti non si udì nulla, e le due notti posteriori si udì solo alla mattina a quasi giorno e mai più la sera".
Altre notizie sulla situazione di Rango ci giungono dalle lettere spedite al Lenzi dal curato dei Campi di Riva don Luigi Baroldi, figura poliedrica di prete-scienziato e cooperatore. (Biografia) Facendo visita a Rango don Baroldi annotava che  dopo essere uscito dalla stanza dove dormiva la ragazza recitando la preghiera a San Michele Arcangelo alle parole "imperet illi deus" ovvero "gli comandi iddio" i rumori si arrestavano di colpo mentre recitando segretamente l'inizio del vangelo di Giovanni "infuriavano maggiormente". Al termine della lettera assicurava che in quella casa "non ci andrei più a qualsiasi costo per l'orrore che mi hanno ispirato". In una lettera inviata al parroco la settimana successiva lo stesso don Baroldi riferiva che il padre della ragazza, Pietro Reversi si era recato a Riva e passando per Pranzo, un po' alterato dal vino, raccontava che lui stesso aveva detto a Veronica che "verrà un prete, fa che batta e batta forte da fargli paura. Testuali parole".
Ricevute le lettere del Baroldi il parroco di Santa Croce riferiva al vescovo che il curato dei Campi gli sembrava prendesse la cosa "con troppo calore" tuttavia riferiva che "sembrerebbe che il Reversi padre non sia più in buona fede".
Dopo questi eventi sembra che don Lenzi demandò la gestione riguardante la "tregenda spiritica di rango" forse alla sua persona più fidata: il curato di Quadra don Lorenzo Guetti. Parallelamente anche il potere austriaco avviò un indagine riguardante gli strani fenomeni di Rango mandando più volte il medico distrettuale Antonio Tschurschenthaler  in visita a Rango. Fu così che don Guetti nelle sue lettere al parroco e al vescovo riferiva riguardo le visite a Rango accompagnato dal medico distrettuale.
In una prima lettera datata 13 marzo 1889 riferiva che il medico esaminò minuziosamente la stanza e ordinò alla ragazza di indossare un paio di guanti alla ragazza per capire se le graffiature fossero prodotte dalle sue mani o meno. Ma Veronica si rifiutò e "si mise a piangere e pianse per ben mezz'ora". In appendice alla lettera don Lorenzo riferiva inoltre che "il medico tentò alla mia assenza d'ipnotizzare la ragazza; ma mi disse che gli riuscì impossibile perché la ragazza rifuggiva da tale operazione. Avea con sè anche la macchina elettrica ma non ne fece alcun uso". Don Guetti dall'alto del suo carisma concludeva la lettera mettendo in guardia "tanto dalla troppa credulità del volgo come dalla spinta incredulità dei presunti dotti".
Una seconda visita ebbe luogo il 23 marzo. Interrogando la famiglia riguardo gli strani fenomeni ottenne in risposta che il giorno prima mentre recitavano il rosario per il figlio defunto Alessandro Bernardo Reversi "sulla panca del focolare ove stava appoggiata la ragazza ed altri membri di casa si sentirono forti colpi e graffiamenti e movimento della stessa, e appena terminato il de profundis finirono di colpo i sussurri". Don Lorenzo per tranquillizzare la famiglia si offrì di celebrare una messa privilegiata il giorno dopo in suffragio del figlio defunto. E fedelmente la riporta sul diario personale delle messe.

In data 27 marzo don Lorenzo si recò nuovamente a Rango accompagnato dal medico distrettuale. Prima di far entrare la ragazza nella stanza il medico, questa volta, applicò ad uno sgabello un "unto nero ed attaccaticcio". Dopo vari tentativi mentre la ragazza era vicina allo sgabello quest'ultimo "si mosse verso la stessa tre o quattro volte. Eppure nessuno degli spettatori aveva mai veduto il minimo movimento della ragazza nel muovere la sedia. Lo doveva fare con una singolare destrezza". Don lorenzo concludeva tuttavia dicendo che "non era ancora tempo di dire una sentenza perentoria in proposito".
Dopo questo episodio la situazione dovette pacificarsi in quel di Rango. In un'ultima lettera datata 15 maggio don Lorenzo assicurava che dopo che la ragazza aveva ricevuto il sacramento della prima comunione non si udì quasi più nulla di straordinario.
Da altre fonti conosciamo che il padre successivamente emigrò in America mentre la madre e le due figlie si trasferirono a Verona dove furono collocate in servizio presso famiglie private. I fenomeni sembravano spariti ma a metà dicembre 1890 i padroni licenziarono la ragazza perché "incominciarono a sentire ogni notte casa del diavolo nella stanza dove dormiva la ragazza". E' presumibile che Veronica riuscì tuttavia a costruirsi una nuova vita in quel di Verona. Lo testimonia l'atto con cui il 24 maggio 1911 sposò Adda Pietro Paolo proveniente dalla parrocchia di Valgatarra di Marano.
Dal carteggio che ho cercato di descrivere qui sopra risaltano alcuni aspetti della figura di don Lorenzo: in particolare la capacità di gestire situazioni difficili, senza lasciarsi trascinare dalle emozioni, come era successo ad altri curati, di fronte a fenomeni che, presumibilmente, di spiritico avevano ben poco ma che di certo incutevano molto timore nella popolazione.
Per accedere alla trascrizione del carteggio qui sopra descritto relativo alla "Tregenda spiritica di Rango" si clicchi sul seguente link: Don Lorenzo Guetti e la tregenda spiritica di Rango 




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